28 SETTEMBRE 1968: HEY JUDE

       John           Julian

Dietro a una canzone a volte c’è una storia. Dietro le grandi canzoni c’è
sempre un storia. Dietro Hey Jude c’è una vicenda umana che vale la pena
di raccontare. Julian Lennon nel 1968 ha cinque anni. I suoi genitori John
e Cynthia sono nel bel mezzo della crisi che li porta alla separazione.
Quell’anno, in primavera, John Lennon torna dall’India e, mentre la moglie
Cynthia è in Grecia, si porta a casa Yoko Ono, giapponese di conclamate
quanto dubbie qualità artistiche. Quando Cynthia torna scopre a casa
propria che John e Yoko sono una coppia ormai affiatatissima in tutto e
per tutto. E’ la fine di un matrimonio iniziato nel 1962 e proseguito in
mezzo ai dubbi nell’enorme villa di Weybridge, Londra, deposito di droghe
e infelicità familiari.

     John & Julian

Nell’estate 68 Paul McCartney, dopo una visita alla sempre più depressa
Cynthia e al piccolo Lennon, inizia a scrivere al pianoforte queste prime
parole “Jules, don’t make it bad, take a sad song and make it better”, ma
la metrica gli suggerisce di cambiare Jules in Jude, che suona quasi come
un vezzeggiativo. La canzone è un invito: “non portare il mondo sopra le
tue spalle” piccolo Jude-Julian, non lasciarti andare. Hey Jude,
presentata da Paul agli altri nel mese di giugno, viene registrata tra il
29 luglio e il 3 agosto del 1968 in parte agli studi Trident della Emi, in
parte agli studi di Abbey Road. Il singolo, allora si chiamavano ‘45giri,
esce in Inghilterra e si piazza subito al primo posto, nonostante
l’inusitata lunghezza: è infatti il primo “singolo” della storia a
superare i sette minuti di lunghezza. Ma ancor più importante è quel che
accade negli Usa: il 28 settembre del 1968 Hey Jude sì installa al numero
uno delle hit parade americane e resterà in quella posizione per nove
settimane consecutive (fino al 23 novembre). Il successo iniziato in
quella tarda estate proseguirà imperterrito e lo porterà a vendere ad oggi
quasi otto milioni di copie, diventando il singolo più venduto dei quattro
musicisti di Liverpool e uno dei più venduti della storia della musica
pop, superato solo da Candle in the wind, riproposto dal furbettissimo sir
Elton John in occasione della scomparsa di Lady Diana.

Una canzone semplice e bellissima, come gran parte della produzione dei
Beatles, una ballata acustica che si trasforma nel finale in un soul-rock
corale e coinvolgente. Di sicuro del successo del singolo non ha goduto
emozionalmente la famiglia Lennon, che si disfa anche ufficialmente nel
novembre 68 quando un tribunale londinese emette il primo verdetto sulla
causa di divorzio tra John e Cynthia, causa gravidanza di Yoko Ono. E’ uno
dei momenti chiave della fine dei Beatles: dietro quel divorzio covava la
nuova strada di John Lennon, insofferente a tutto ciò che lontanamente
rappresenta i suoi anni di successo planetario. Paul McCartney non vedeva
ancora che questa insofferenza avrebbe travolto anche lui e l’intera band…

Nei mesi successivi a Hey Jude, all’inizio del ’69, Cynthia Lennon si
sarebbe legata ad un giovane italiano, rampollo di una famiglia di
ricchissimi albergatori, Roberto Bassanini, conosciuto in una precedente
vacanza italiana. Bassanini viveva tra l’Italia e la swinging London degli
anni 60: i due si sposano nel 1970 e Julian cresce per tre anni con questo
“nuovo padre italiano”. Il matrimonio termina del 1973, con  Cynthia e
Roberto che vanno ognuno per le sue strade. Cynthia si è risposata altre
due volte: attualmente è moglie di un gestore di discoteche sulle Baleari.
Julian – il rampollo più ricco del mondo del rock – vive a New York: ha
avuto qualche successo all’inizio di una tentennante carriera musicale,
poi (quasi) più nulla, salvo tante attività ecologiste-ambientaliste. John
si è spento per i colpi di pistola di Mark David Chapman di fronte alla
sua abitazione newyorkese, l’8 dicembre dell’80. E Roberto Bassanini, il
padre italiano di Julian? L’ho intervistato qualche anno fa per il Sette
del Corriere della Sera: non era in ottima salute, infatti è scomparso
qualche tempo dopo l’intervista. Mi aveva detto che Julian era un ragazzo
bellissimo, ma triste e appartato. Tra le altre cose aveva confessato
“credo che Julian non sia mai riuscito a rendere felice la sua sad song”.
Proprio lui, Julian, il ragazzo a cui è stata dedicata una delle più belle
e famose canzoni della storia…

Walter Gatti

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