PASSIONE, TALENTO, IMPEGNO: sono queste le prime parole che mi vengono in mente pensando a Guitar Ray and The Gamblers, la migliore blues band circolante in Italia in questo momento (foto #1). La passione, quella per la musica e per il blues in particolare, la dimostrano in ogni loro apparizione, in ogni loro lavoro e nelle scelte che hanno portato Guitar Ray, e i tre partner storici del gruppo, sulla strada della musica come impegno a tempo pieno per divertirsi, divertire, vivere ogni emozione pubblica o privata del difficile mestiere del musicista (ancora più difficile se pensiamo a come è considerata la musica in Italia). Una passione che costa sacrifici e fatica ma che nasce dal profondo ed è una necessità espressiva irrefrenabile: questa passione si tocca con mano ad ogni concerto quando i nostri, con solo apparente facilità , la comunicano in un’esperienza coinvolgente che mette in movimento i piedi, le mani, ogni muscolo, e soprattutto il cuore, di chi li ascolta. Il talento è indiscusso, chitarristico e vocale di Guitar Ray che con la sua fedele Guild M75 ed una grande voce blues riesce a trasportarci nei club di Chicago e di Menphis attraverso pezzi dalle sfumature blues, soul e rock’n’roll; di Gabriele Dellepiane che segue e supporta con il suo basso, puntuale e costante l’elettrico, sofisticato e caldo l’acustico; di Marco Fuliano alla batteria che spinge forte nei pezzi veloci mentre cesella ritmicamente in quelli lenti e scuri; di Enrico Carpaneto al piano che costruisce ottimi background e spesso emerge e valorizza il ritmo della band. Talento maturato in molti anni di gavetta e di supporto a grandi artisti dai quali hanno assorbito i segreti delle 12 battute per poi costrursi un suono personale e convincente: artisti importanti del panorama internazionale come Jerry Portnoy e Otis Grand (foto #2) o di quello nostrano come Fabio Treves (foto #3).
Ed infine un grandissimo impegno che porta la band in giro per l’Italia e l’Europa, instancabile da un concerto all’altro: negli ultimi mesi una ventina in mezza Europa ma soprattutto in Germania ed in Belgio dove sono conosciuti ed apprezzati da anni.
In questi ultimi concerti accompagnano il mitico Big Pete Pearson e promuovono CHOOSE (foto #4) il lavoro recentemente pubblicato di supporto al grande cantante di Phoenix, Arizona. Un’altra collaborazione importante che arricchisce l’esperienza della band trovandosi fianco a fianco per mesi in tour con un bluesman di razza, un personaggio leggendario che ha suonato nella sua lunga carriera con Ray Charles, B.B. King, Muddy Waters, John Lee Hooker, Tina and Ike Turner, Big Joe Turner, Etta James, Aaron Neville and the Neville Brothers, Koko Taylor, Gate Mouth Brown, T-Bone Walker, Screamin’ J. Hawkins, Pinetop Perkins, Joey DeFrancesco, Buddy Guy e moltissimi altri.
Ho incontrato la band di passaggio in Italia, di ritorno dalla Germania e dall’Austria, dove hanno suonato tra l’altro al Vienna Blues Spring Festival, e diretti in Francia ed in Belgio: una piacevole serata dove ho avuto la possibilità di fare quattro chiacchiere con loro sui concerti appena trascorsi ed il disco fresco di stampa. Mr Pearson è simpatico, sempre sorridente, con il suo cappello calcato in testa anche quando mangia: “Sono molto felice di suonare con i Gamblers, è un ottima blues band che riesce a dare moltissimo dal vivo e con cui mi trovo molto bene†– mi racconta – “inoltre Ray è un chitarrista talentuoso, che ogni sera riesce a trovare il sound giusto, non suona mai un pezzo nello stesso modo. Sono contento di CHOOSE, abbiamo raggiunto un grande risultato e contiene alcuni pezzi molto molto buoniâ€.
Ray, cosa vuol dire suonare con grandi musicisti, spesso vere e proprie leggende viventi del blues? “Suonare con musicisti americani è sempre un’esperienza che arricchisce. Il blues è la loro cultura ed il modo di interpretare questo genere musicale fa parte del loro modo d’essere. E’ quindi sempre prezioso poter collaborare con artisti d’oltre oceano. Ovviamente ogni esperienza è un caso a sé. Quella con Otis Grand, per esempio, mi ha insegnato un approccio sulla chitarra che non avevo mai avuto prima: “don’t play notes, play feeling”. Accompagnare Jerry Portnoy, invece, mi ha insegnato come suonare la chitarra con un armonicista: un modo diverso rispetto a quello solito, dove la chitarra deve necessariamente “riempire” gli spazi lasciati dall’armonica. Big Pete Pearson, che oggi si propone al pubblico come cantante, è stato per anni bassista di una band che dagli anni 50 ha lavorato come “house band” a Phoenix dandogli la possibilità di lavorare con artisti del calibro di T-Bone Walker, Ray Charles, BB King, Muddy Waters, John Lee Hooker e moltissimi altri. Il suo bagaglio di esperienza è immenso e la possibilità di crescita per me come artista e per la band diventa davvero difficile da spiegare a parole. Ogni sera si impara qualcosa di nuovo e soprattutto si fa tesoro dei consigli su come affrontare questo genere musicale in maniera professionale. Non c’è scuola migliore che il lavoro sul palco per cercare di assorbire il feeling che arriva direttamente dalla radice di dove tutto è cominciatoâ€.
Raccontami qualcosa di questo ultimo tour. “Nuove canzoni, nuovi arrangiamenti e tanto tempo speso in camera d’albergo a suonare con lui faccia a faccia prima di salire sul palco. Il tour si è rivelato un vero successo: sold out ovunque. I club sono tutti di tradizione, dal Banana Peel al Raigen di Vienna. Tutti i grandi nomi del Blues e Jazz hanno calcato quei palchi: immaginati l’emozione! Senza contare che riempie il cuore di gioia poter condividere momenti così toccanti con tanta gente. Tutto questo ripaga l’enorme sacrificio che ogni giorno si fa per poter continuare a fare questo mestiereâ€.
Cosa hanno in programma i Gamblers, quali gli obiettivi a medio-lungo termine? “A brevissimo il nuovo disco al quale stiamo lavorando duramente. I brani sono il frutto della collaborazione con Big Pete Pearson e con l’armonicista canadese Paul Reddick. Vogliamo costruire una nostra identità all’interno della tradizione, con rispetto. La fortuna di poter lavorare sempre con la stessa band ormai da quasi un decennio aiuta ad essere “riconoscibili”. Siamo sì una produzione europea ma vogliamo raggiungere un livello professionale che ci consenta di poter competere con artisti d’oltre oceano. La scelta di Pete di utilizzare Guitar Ray & The Gamblers per incidere il suo ultimo album mi fa ben sperare sulle scelte sino ad oggi fatte. Stiamo lavorando su un tour promozionale dell’album negli Stati Uniti e la collaborazione di cui dicevo prima con Paul Reddick spero ci apra anche la via al mercato canadeseâ€.
In attesa del nuovo disco della band godiamoci questo CHOOSE dove alcuni brani sono veramente azzeccati (ascoltate con attenzione Hole In My Pocket, Hard Time e Big Let Down) e valorizzano la poliedrica voce di Pearson, il talento chitarristico di Ray e le grandi capacità della band tutta. Che dire: state sintonizzati e non perdetevi Guitar Ray & The Gamblers dal vivo!
Davide Palummo, Maggio 2012