Ho provato a fare un gioco: son già passati i primi sei mesi dell’anno e sono usciti qualche migliaio di dischi. Cosa c’è da trattenere e ascoltare?
Ecco una sintesi di cose belle (occhio: non recensioni, ma brevi consigli).
Blues, rock-blues, southern…
WALTER TROUT – THE BLUES CAME CALLING
Potrebbe addirittura essere il miglior disco del chitarrista del New Jersey. Ripresosi con fatica dopo un trapianto di fegato (con una trentina di chili di meno), il chitarrista bianco che piaceva a Johnny Lee Hooker infila un disco potente, ruvido, cattivo e tesissimo, con titoli di grandissimo feeling (su tutti: Born in the city).
GREGG ALLMAN AND FRIENDS – ALL MY FRIENDS
Doppio cd live pazzesco: restituisce il concerto (10 gennaio, ovviamente al Fox di Atlanta) in cui una montagna di bei nomi ha “celebrato le canzoni e la voce di Gregg Allmanâ€.
Un disco in cui si intuisce il futuro di GA senza la ABB: southern rock, soul rock, fiati, nessuno schema, se non il feeling del più grande cantante bianco di blues. Ci sono tutti: Warren Haynes e Derek Trucks, Jackson Browne e Dr.John, Vince Gill e Widespread Panic.
La backing band fa rabbrividire: Jack Pearson, Don Was, Kenny Aronoff, Chuck Leavell, Jimmy Hall. Summa teologica del nostro, da I’m No Angel a Please Come Home (canta Sam Moore), da Queen of Heart ad un finalone con Will the circle be unbroken
ci sono anche:
JANIVA MAGNESS-ORIGINAL
La dama bianca continua a cantare il blues, e non potrebbe essere diversamente. E lo fa stupendamente…
INDIGENOUS-TIME IS COMING
buon rock-blues da Mato Nanji, anche dopo aver abbandonato la Vanguard. Si sente lo spettro di SRV, ma i pezzi suonano con grinta.
LOS LONELY BOYS-REVELATION
I tempi d’oro di Sacred forse non torneranno più, però ancora una volta il feeling del trio è assicurato.
KENNY WAYNE SHEPERD – GOING HOME
Dieci anni (circa) dopo l’esordio, ecco un disco ben fatto da parte del chitarrista della Louisiana; personalmente l’ho sempre preferito ai vari Lang, Bonamassa o Mayer. Merita l’ascolto.
KIM SIMMONDS –GOING TO DELTA
Dopo un po’ di silenzio torna l’uomo che ha creato la leggenda Savoy Brown. Il tiro è giusto e il blues avvolge ogni cosa.
NEIL BLACK-BEFORE DAYLIGHT
Uno dei dischi che ho più ascoltato durante questi mesi; il texano torna ad incidere con i suoi Healers e azzecca canzoni come Jesus and Johnny Walker. Siamo sui livelli di Dreams are for losers.
ERIC CHURCH-THE OUTSIDERS
Country star furbissima e creative, Church sbologna un lavoro pieno di sound sudista, come fosse Kid Rock. La title track è tosta, come pure il funereo e violento finalone (Devil,Devil e Give me back my hometown).
JIM BYERNES-ST. LOUIS TIME
Il capello bianco gli ha dato la voglia di tornare a rivisitare le ballate blues della sua città ; disco più che gradevole
Jam band
Nei primi mesi dell’anno sono usciti i nuovi dischi delle band che dominano la scena; è di questi giorni anche il ritorno di Anastasio e compagni. Secondo me il meglio sono i Monsoni di Bo Carter e Jeff Miller…
NEW MONSOON-DIAMONDS AND CLAY
In circolazione da poco più di un decennio, i californiani hanno soprattutto ancora tanta freschezza e poca ruggine addosso. Non hanno mai abbassato il livello mostrato nel Live at Telluride. In questo album l’influenza più rintracciabile è a mezza via tra Dead (Cloud)e Little Feat (Tower e No reservation). Avanti così!
UMPHREY’S MGEE – SIMILAR SKIN
Bellissimo anche dopo tanti ascolti. Varietà e creatività a bizzeffe: Hourglass è un rock potente e velocissimo, che lascia spazio (l’istante dopo) all’easy-pop di No diablo, roba che sta a metà strada tra Beatles e Steely Dan.
ci sono anche:
STRING CHEESE INCIDENT- A SONG IN MY HEAD – nulla di nuovo sotto il sole del Colorado; ma in ogni caso: come suonano ‘sti personaggi…
PHISH-FUEGO – buon disco, con alcune cose moooolto sopra la media: Wingsuit e Halfway to the moon
Country, folk, americana
RAILROAD EARTH-THE LAST OF THE OUTLAW
Potevo inserirlo nella sezione jam-band, vista l’attitudine alle suite dell’ensemble del New Jersey, ma in ogni caso questo è un disco stratosferico.
Una canzone simbolo? Hangtown ball:
ci sono anche:
THE SELDOM SCENE – LONG TIME
Vecchietti, ma in gamba; ritorno piacevole a base di cover, tra Dylan e Nitty Gritty;
BLACKIE AND THE RODEO KING – SOUTH
Un disco di emozioni immense, da parte dei tre canadesi (una sorta di supergruppo periodicamente autoconvocato, con Colin Linden, Tom Wilson e Stephen Fearing). Sentire I’de Have To Be a Stone per credere.
ROSANNE CASH – THE RIVER AND THE THREAD
E’ stato uno dei primi bei dischi dell’anno; rimane godibile anche a distanza
BARZIN-TO LIVE ALONE IN THAT LONG SUMMER
Più silenzi che suoni, più pause che rumori. E soprattutto: canzoni vere
Pop, rock, jazz and more
SHARON JONES-GIVE THE PEOPLE WHAT THEY WANT
Non avrà una voce sontuosa, ma ogni volta che fa un disco, si diverte a ricreare il sound che era (addirittura) della Stax; ritmo, feeling, aggressività e autentica soul music: applausi a Sharon. Non a caso è inserita nel programma di Montreux 2014…
JOHN MCLAUGHLIN-THE BOSTON RECORD
Registrato live durante la scorsa estate, ci regala anora cose smaglianti del 72enne chitarrista inglese. C’è pure un pezzo inciso dalla Mahavishnu (You know You Know).
ZIGGY MARLEY- FLY RASTA
Il giovane Marley non è ormai più un bambino e ci propina un bel disco. C’è del reggae, ma non solo: ballate acustiche, rock, campionamenti non esagerati. Ben fatto:
ARTHUR MIGLIAZZA-LAYIN IT DOWN
E’ considerato l’astro nascente del virtuosismo del piano boogie: difficile pensarla diversamente. Le sue versioni di St.Louis Blues e di Honky Tonk Train Blues sono perfette.
DAMON ALBARN-EVERYDAY ROBOTS
Era un ragazzino poco tempo fa, adesso è un autore interessante; e – per fortuna – non fa nulla di scontato;