Come al solito ci sono troppi dischi da ascoltare e da ruminare e da digerire e da mandare a memoria (oppure nel dimenticatoio). Di questo periodo direi che mi sento di segnalarne alcuni (ovviamente oltre a quelli che l’ottimo Davide Palummo segnala già pro domo nostra).
DOM FLEMONS – MARCHING ON PROSPECT HILL
Basterebbe sentire Too long I’ve Been Gone, struggente ballata di partenze e ritorni, per innamorarsi del nuovo disco di DOM FLEMONS, quasi leader dei Carolina Chocolate Drops, quelli di Genuine negro Jig. Al di la del fatto che Flemons suona di tutto tranne il violino, in questo suo lavoro solista il musicista dell’Arizona mostra una stupenda capacità di sintesi nella varietà delle tradizioni e delle ispirazioni. Strumentali tendenti all’ethno-jazz (Georgia Drumbeat), ballad tra country yodel e louisiana style (San Francisco Baby), citazioni afro (Grotto beat) e squarci di two-step, (Sonoran church) bluegrass (It’s a Good Thing e No money Never Runs Out) e folk-blues (Hot chicken): jug e appalachian, Gus Cannon e Jimmie Rodgers, Rambling Jack Eliott e Ry Cooder (quello della ricerca più verace) il tutto ben shakerato da un Flemons sempre più colto. Non a caso i Chieftains l’avevano voluto come arrangiatore e produttore…..
(Dom Flemons, Too long I’ve Been Gone)