La scomparsa di un musicista lascia i suoi fan in uno stato di completo sconforto, a maggiore ragione se questi era giovane e quindi ancora potenzialmente molto produttivo. Cosa avrebbe ancora scritto e suonato? Con chi avrebbe collaborato? In quali concerti avrei potuto vederlo? Sono queste alcune delle domande che si rincorrono nelle tristi menti dei fan che vogliono sapere tutto del proprio beniamino, sentire tutto, raccogliere tutte le sue pubblicazioni: ed ora, dopo la sua scomparsa, sono costretti ad aggrapparsi ad un limitato passato.
Da qualche anno è diventato abbastanza usuale vedere molte pubblicazioni postume: spesso queste sono solamente un’operazione commerciale che sfrutta il nome del musicista per poter vendere ma non propone solitamente nulla di nuovo.
Ebbene, con il recente BLUES di Rory Gallagher siamo di fronte ad un’eccezione perché il prodotto è molto interessante per la qualità generale della musica contenuta ma assolutamente una chicca per tutti i fan del grande chitarrista irlandese. Come tutti sanno Rory Gallagher è mancato prematuramente a 47 anni nel 1995 lasciando tristi, sconsolati, disorientati moltissimi suoi fan; ad essere sinceri è seguito alla sua scomparsa un lungo periodo di smemoratezza, almeno da parte del grande pubblico; questo rende ancora più necessario il recupero di materiale inedito per far conoscere maggiormente la grandezza di Rory Gallagher. Nella sua carriera, prima con i Taste e poi come solista ha pubblicato una quindicina di album in studio e 5-6 dal vivo ma le registrazioni negli archivi di famiglia sono risultate sin da subito imponenti sia per qualità che per quantità. Il fratello Donal ed il nipote Daniel, in quest’ultima occasione, con grande amore e passione hanno tirato fuori dai cassetti di famiglia molto materiale e mi piace ricordare almeno i bellissimi Wheels Within Wheels del 2003 e Notes from San Francisco del 2011, lavori veramente interessanti che hanno presentato grandi collaborazioni (Martin Carthy, Bert Jansh, Lonnie Donegan ed altri) ed una bellissima performance live d’oltreoceano. Oggi con BLUES siamo di fronte ad un triplo CD che contiene materiale fondamentalmente inedito e suddiviso in una parte elettrica, una acustica ed una dal vivo: tutte e tre le tipologie di registrazioni ci raccontano di un grandissimo artista, un eccellente chitarrista ed un profondo amante del blues. Chi conosce la storia di Gallagher sa quali siano stati i suoi primi passi nella musica e l’amore per il blues di Muddy Waters sin da bambino. Ma nei vari lavori e concerti successivi, nonostante moltissima presenza di rock e folk, il blues è stato prevalente e questo lavoro ce lo dimostra benissimo. Non so proprio quali pezzi segnalare perché la qualità dei tre dischi è elevatissima e da ognuno emerge un lato della passione di Gallagher per le 12 battute che compongono l’immagine di una grande persona, prima ancora che musicista, che ha dato tutto se stesso alla musica.
Se proprio devo scegliere un brano da ognuno dei tre dischi procederei con (disco #1) Off the Handle, lento, sofferto, nervoso blues ritmato dal basso di McAvoy e magistralmente cantato e suonato da Gallagher; (disco #2) Bankers Blues, cantato divinamente e supportato da armonica ed acustica di Gallagher ed un leggero accompagnamento di pianoforte; (disco #3) What in the World, classico di Willie Dixon dove gli assoli di Gallagher sono magistrali così come la sua interpretazione canora. Godiamoci a fondo questo triplo BLUES nella speranza che vengano pubblicati ancora molti dischi basati su materiali d’archivio. Lunga vita a Rory Gallagher.
Davide Palummo, Agosto 2019