Non avevo mai visto un racconto dettagliato della vita di Freddie Mercury. Cioè, avevo visto alcuni tributi piuttosto generici, volti a dipingere un’icona più che una persona reale. Ho visto da poco però quello contenuto nel doppio cd e dvd dal titolo “Lover of Life, Singer of Songsâ€, e devo dire che è riuscito ad andare oltre lo stereotipo, oltre la leggenda, per raccontare con cura il percorso di vita del famoso leader dei Queen: autentico fenomeno, showmen brillante, frontman sfrontato dalla voce carismatica e stupenda.Interessante ripercorrere le tappe della sua vita: nato a Zanzibar col nome originale di Farrouk Bulsara, fu educato in un rigido e conformista collegio di Bombay. Approdato fortuitamente con la famiglia nella fiammeggiante swinging London degli anni ’60, frequentò la scuola d’arte di Ealing, dove conobbe coloro che sarebbero in seguito diventati i Queen.Bellissimo soprattutto scoprirne pian piano il carattere, anche attraverso la sua musica: Freddie non è un eroe maledetto; a differenza di molte rockstar, non è distruttivo o violento, non fa neanche riflettere! Non canta innanzitutto la paura o la disperazione: lui grida la vita, lui urla il suo stupore, lui dà voce al suo amore sfrenato per l’esistenza.Mi viene in mente che diceva il poeta: “Ho trascinato l’amore nel piacere, e nel fango, e nella morte…†(Milosz). Freddie l’ha trascinato ovunque, ha cercato di dissetarsi in tutti i modi, seguendo tutti gli eccessi, per ritrovarsi infine malato e indebolito. Ma non disperato: ha lavorato fino all’ultimo mese, girando pure alcuni video (l’ultima frase dell’ultimo video fu:â€I still love youâ€).Per coloro che appartengono alla sua stirpe, i Parsi – un’antica comunità persiana residente in alcune zone dell’India la religione Zoroastriana insegna che la vita “it’s a celebration†(dichiara la madre nel dvd). Ed è così che il cantante dei Queen l’ha trattata fino alla fine: un dono prezioso da celebrare.Ecco quello che mi ha colpito maggiormente di questo personaggio di cui si è già detto e scritto ogni cosa: In fondo a tutto, un desiderio enorme e mai pago. Io penso che il rock sia anche questo, indubbiamente. Non solo l’obiezione, la protesta, la denuncia,la rabbia. Ma anche lo schiaffo vitale, l’esuberanza magari ingenua ma sincera, lo stupore, l’emozione forte. Eh sì: perchè penso che, prima della paura e la rabbia, nell’uomo nasca lo stupore di fronte alla vita, un’attrattiva irresistibile. Freddie ce lo ricorda ogni volta che apre bocca. E questo mi basta a stimarlo. Infine raccomando a tutti di guardare bene il video di “In My Defenceâ€: commovente e divertente.
Stefano Rizza