Forse non è la canzone più famosa di Fossati, ma ogni volta che ascolto Amore degli occhi mi colpisce con la sua tristezza infinita.L’impossibilità del perdono. Questo lento ed inesorabile degradare dell’esistenza che risuona con la notte, l’inverno, il rimpianto. E’ la stanchezza infinita di tentativi falliti. E’ la rassegnazione malinconica all’impotenza a volere bene. Una dichiarazione di resa alla disgregazione delle cose e del tempo. Alla fine del pezzo si rimane senza parole. Non ci sono discorsi da fare di fronte all’evidenza dell’impossibilità ad amare veramente. Forse perchè per amare veramente occorre essere molto felici.Â
Nazzareno Santilli  Â
Amore degli occhi
(Ivano Fossati)Â
Amore degli occhi
che occhi hai
col tuo seno ferito
dal tuo senso del pianto
dopo aver corso e cercato tanto
adesso che ci fai. E lo so tu vuoi me
e hai paura di me
e mi vorresti un altro uomo,
e lo so tu vuoi me
e hai paura di me
e la parola giusta non è perdono
perché non c’è mai perdono
perché il rancore è più forte del perdono
perché il rancore è più forte di un uomo,
più forte è la malinconia
più lungo l’inverno
e la notte
di più.Amore degli occhi
che occhi avrai
quando d’affanno e d’incanto
fatto il giro del tempo
dopo aver corso e cercato tanto
ti risveglierai,
nuove cose e persone
danzeranno con te
i nuovi ritmi della vita,
sai già bene fin d’ora,
ma saprai meglio allora
che non è mai finita,
perché non è mai finita
perché se il rancore era un’altra vita
se era un altro uomo
più dolce è la malinconia
più breve l’inverno
e la notte
di più.