È rimbalzata una decina di giorni fa su tutte le grandi testate, specialistiche e non, la scomparsa di Josef Zawinul, uno dei grandi protagonisti della musica dello scorso secolo. Genio assoluto della tastiera ha avuto una carriera mirabolante collaborando con almeno un paio di generazioni di grandissimi del jazz e del rock. Probabilmente uno dei padri della FUSION, è riuscito ad inventare, con molti anni di anticipo, una nuova concezione della musica, un vero cross-over di esperienze classiche, jazz, blues e rock dove il grande impulso è stato dato dal massivo utilizzo dell’elettronica.
Sicuramente tre i periodi importanti della sua carriera: – il primo di inserimento e avvicinamento al mondo del jazz dove sovrasta la collaborazione con Miles Davis esemplificata nel capolavoro In A Silent Way .– il secondo, quello dei Weather Report, della durata di circa quindici anni, dove il suo gruppo è stato una vera fucina di grandissimi talenti; è assolutamente eccezionale la lista dei musicisti che hanno lavorato con lui e con i Weather Report: Wayne Shorter, Miroslav Vitous, Peter Erskine,  Jaco Pastorius, Mino Cilenu, Airto Moreira solo per citarne alcuni.– il terzo dello Zawinul Syndacate dove riunisce ancora grandissimi musicisti intorno a sé e realizza memorabili performance; in questo periodo riceve  l’appellativo di miglior tastierista del mondo dalla rivista Down Beat.Per quanto mi riguarda rimane irraggiungibile l’album Black Market, registrato in California nel 1976, dove vengono espressi livelli lirici assolutamente unici e che può essere considerato il manifesto della rock-jazz fusion: con un Pastorius in stato di grazia e lo stesso Zawinul particolarmente ispirato l’album ha rappresentato per anni, fino alla recente rimasterizzazione, un masterpiece di tutta la musica. Davide Palummo
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