Spendo due parole per tre raccolte che secondo me varrebbe la pena di avere. Nulla di nuovo, per carità , ma sto parlando di prodotti che non ci stanno male in una buona discografia. Cominciamo con Aretha Franklin, che in The Great American Songbook, da un colpo di karaté a tutte le pseudo cantanti soul o pop degli ultimi 40 anni. La raccolta mette in fila diciotto pezzi più o meno celebri della regina da una strepitosa versione blues di Trouble In Mind a Try A Little Tenderness (come altri pezzi dal suo capolavoro del ’62, The Tender, The Moving, The Swinging), da How Deep Is The Ocean a God Bless the Child (semplicemente indimenticabile, nonostante i tanti violini). Tutti i pezzi hanno date lontane, ma una forza contemporanea di purezza vocale, di feeling monumentale. Guai a non conoscere questi titoli.
Così come guai a non conoscere Eva Cassidy. Cantante americana scomparsa poco più che tentenne nel 1996, Eva sapeva tenere in mano il senso di un folk che si avvolgeva nel blues e nel gospel, interpretando standard e brani di autori rock con una purezza vocale davvero incantevole. In Simply Eva ci sono dodici tracce che raccontano la sua bellissima storia artistica, da Songbird (di Christine McVie, dei Fleetwood Mac) a Over the Rainbow, da True Colors (qualcuno si ricorderà di Cindy Lauper) a People Get Ready di sua maestà Curtis Mayfield. Quello che faceva Eva con voce e chitarra si avvicina molto all’atteggiamento artistico di Joan Baez o alla magia dei primi album di Joni Mitchell, con una nota bluesy che alla canadese è sempre rimasta lontana. Raccolta bellissima e di grande nostalgia per un’artista scomparsa davvero in modo inatteso per una grave malattia. Due album che val la pena cercare sono anche Live at Blues Alley (1997) e Songbird (1998).
Per terminare, consiglio un po’ di attenzione verso Live Forever di Bob Marley, registrazione di un magnifico concerto tenuto nel 1980 a Pittsburgh, durante l’Uprising tour. Venti canzoni per un doppio cd (già circolante da tempo come bootleg) con molti arrangiamenti non usuali, tra cui una Jamming molto aggressiva, una Burning and lootin davvero tesa e sofferente e una Redemption song fantastica, con percussioni in accompagnamento. Secondo me è da avere.
Walter Gatti