Quest’anno il cartellone del Sestri Levante Blues & Soul Festival è stato particolarmente ricco: infatti dopo la splendida serata del 6/7 aperta da Cek & The Stompers e continuata con Andy J Forest è stato programmato un altro appuntamento nell’area musicale di New Orleans. Gli organizzatori dell’evento, infatti, sono riusciti a portare a Sestri Levante un interessante artista come Anders Osborne, in Italia per varie date (Narcao Blues Festival, Buscadero Day, Dal Mississippi al Po Festival) sulla scia di molti americani che sbarcano qui da noi nel periodo estivo. Ma andiamo per ordine e vediamo cosa ci ha riservato la serata.
Sul palco salgono i Superdownhome: ma cosa c’entrano con questo programma? Prima di tutto suonano blues, poi girano spesso per gli USA ed in particolare a new Orleans e, ultimo ma non meno importante, sono stati prodotti recentemente proprio da Anders Osborne, nonostante siano italiani. I Superdownhome sono un gruppo minimalista non solo perché composto da soli due musicisti ma anche perché entrambi suonano strumenti ridotti all’osso. Beppe Facchetti è seduto davanti ad una batteria composta da ben pochi tamburi e piatti ma riesce lo stesso a creare un ritmo incalzante in tutti i brani; Henry Sauda suona la chitarra, una convenzionale ma ne predilige un paio a corde ridotte (una con tre ed una addirittura con solo due corde) che si annoverano nella famiglia delle home-made guitars (una Cigar Box ed una Diddley Bow, per la precisione): il sound prodotto è muscolare, semplice ma potente come il blues delle origini. Il gruppo è attivo dal 2016 e da allora è cresciuto molto soprattutto grazie ad importanti collaborazioni con musicisti americani di primissimo piano come Popa Chubby, Charlie Musselwhite, Dennis Greaves e Mark Feltham dei Nine Below Zero. A Sestri Levante presenta alcuni brani provenienti dall’ultimo disco No Balls, No Blues Chips (pubblicato in piena pandemia) e dal precedente Twenty-four days. Sintonia perfetta, suono sincopato, potente con forti basi di rural blues, lezioni imparate da due grandi musicisti come Seasick Steve and Scott H. Biram dai quali hanno tratto grande ispirazione.
Concluso l’opening act, viene annunciato l’arrivo sul palco di Anders Osborne che si presenta da solo con la sua chitarra e le sue armoniche; tipo simpatico, intrattiene il pubblico mentre si prepara, sottolinea che la serata è più calda di una tipica serata in Louisiana, litiga con la tracolla della sua chitarra che in realtà è una semplice corda bianca e scambia qualche battuta con un strana e sempre sorridente (forse meglio dire sonoramente sghignazzante) tipa americana che poi scopriamo aver prenotato il biglietto per la serata direttamente da New Orleans.
Nato in Svezia ma trasferitosi successivamente negli USA, Anders Osborne è noto come “il poeta laureato della Louisiana” proprio per sottolineare la sua ampia cultura e capacità di scrittura; tali doti, assieme al suono della sua chitarra, sono alla base di canzoni intense, legate alla tradizione che riescono a fondere root music, folk e blues tanto da far meritare al nostro parecchi premi. La sua carriera musicale inizia nel 1995 e da quell’anno si susseguono molti concerti negli Stati Uniti e conseguenti contratti con case discografiche dalla crescente importanza partendo dalla Okeh Records per passare a Shanakie Entertainment, PolyGram, Universal, Alligator e molte altre. Il suo legame con New Orleans è strettissimo e si coglie chiaramente nei suoi ultimi lavori: Flower Box (2016), Buddha & The Blues (2019) e Orpheus and the Mermaids (2021). Da questi album sono tratte la maggior parte dei brani presentati nella serata. Veramente interessanti Born to Die Together con ritmo quasi raggae, It Can’t Hurt you Anymore dove sono presenti sonorità alla Neil Young, Pass on by triste e compassata, Jacksonville to Wichita che potrebbe essere uscita dalla penna del miglior Jackson Browne. Da tutte le canzoni traspare grande cultura musicale, padronanza assoluta del contesto sostenuto con solo canto e chitarra, grande capacità di scrittura.
La serata si chiude con un paio di pezzi accompagnati dai Superdownhome con i quali è evidente una completa sintonia.
Anche quest’anno grande musica sul palco del Sestri Levante Blues & Soul Festival.
Davide Palummo, luglio 2022
Foto di Stefano Dei