CHI? La Leggenda!

Credo potremmo discutere all’infinito su quale band abbia maggiormente influenzato la storia della musica rock: le idee sono moltissime, personali, legittime e le più diverse anche se le due opposte visioni dei Beatles e dei Rolling Stones rappresentano i maggiori poli di attrazione. Per quanto mi riguarda scardino questo assioma puntando sugli Who. Gli anni, la cultura, la città sono le medesime ma la differenza è tanta perché gli Who incarnano in modo unico la necessità di modernismo, la voglia di riscatto e di ribellione delle nuove generazioni nate nell’immediato dopoguerra e cresciute nella Swinging London: credo che tale differenza sia ancora più evidente oggi, a 50 anni di distanza, dato che la musica degli Who appare moderna ed inarrivabile. E’ innegabile comunque che in quel momento a Londra ebbero inizio le più grandi esperienze musicali del pop e del rock&roll che in qualche modo influenzarono, ed ancora influenzano, la musica a venire: innegabile il grandissimo contributo delle summenzionate tre band ma altrettanto rilevante quello dei Kinks, dei Led Zeppelin, degli Small Faces, degli Animals e decine di altre, famose o quasi sconosciute, che hanno scritto canzoni memorabili.
1964: nell’aria c’è ancora il successo enorme che i Beatles hanno raccolto con Please Please Me, il loro album di debutto, arrivato in pochi mesi in cima alle classifiche di tutto il mondo. Il MOD sta invadendo tutti i settori culturali e i giovani, anche in contrapposizione con la crescente posa new-dandy e beatlesiana incentrata su Carnaby Street, vestono il parka ed eleggono come loro simbolo lo stemma britannico della RAF; nella musica, prima nel jazz e poi anche nel pop-rock, la ventata MOD porta innovazione e trasgressione. In questo clima, esattamente 50 anni fa, nella zona sud-ovest di Londra, a nord del Tamigi, s’incontrarono tre ventenni con la voglia di fare musica e cambiare il mondo; John e Peter sono di Chiswick e Roger di Shepherds Bush, hanno suonato in alcune band del circuito scolastico ed incrociato il movimento MOD. A loro si unisce da lì a poco il quarto elemento, proveniente sempre dalla zona ovest di Londra ma questa volta a sud del Tamigi: Keith infatti è di Wimbledon ed irrompe nel gruppo quando, durante una pausa, sale sul palco ed inizia a suonare all’impazzata la batteria. Eccoli qua i quatto WHO, Pete Townshend, Roger Daltrey, Keith Moon, John Entwistle, pronti a disegnare una delle più importanti parabole musicali che ha dato il massimo nei primi 14 anni di carriera, con la formazione originaria, ma continua ancora oggi a meravigliarci. Da quel lontano 1964 e per molti anni i concerti degli Who sono burrascosi e le chitarre e le batterie che vengono distrutte non si contano tanto da creare anche qualche problema finanziario alla band non ancora proprio affermatissima. La fama di pazzi scatenati è tale che molti hotel in tutto il mondo non accettano prenotazioni dai componenti della band a causa della scia di danni che si lasciano alle spalle. Durante i concerti, inoltre, se ne inventano di tutti i colori per dare spettacolo fino a far esplodere la grancassa con ferimento di Pete e Keith che, noncuranti, continuano a distruggere la chitarra il primo e quel che resta della batteria il secondo durante il Monterey Pop Festival del 1967.
Ma al di là di questi comportamenti la musica prodotta è veramente esplosiva, innovativa e coinvolgente tanto da diventare una bandiera per molte generazioni. Anche considerando solamente la prima fase della band, quella che termina con la morte di Moon nel 1978, la produzione è a dir poco eccezionale. Tutto inizia con il successo planetario My Generation del 1965 dove è presente la profezia che colpirà il povero Moon, “Hope I die before I get old”; seguono una miriade di singoli dissacratori come Substitute, I’m a Boy, Happy Jack, Pictures of Lily, I Can See for Miles che portano al rafforzamento dell’dea di voler produrre opere più strutturate quasi dei concept; vengono realizzati su questa scia A Quick One While He’s Away, The Who Sell Out, Real che sono il preludio alla vera e grande opera rock ideata da Pete Townshend nel 1969, Tommy. Tommy contiene molto del dolore della generazione post bellica, le violenze familiari usuali nella low-class britannica, l’elemento evasivo qui rappresentato dal flipper che per Tommy, diventato muto, cieco e sordo, si trasforma in strumento di rivalsa (diventerà ricco e famoso), terapeutico (guarirà dai suoi mali) e di elevazione sociale (assurgerà a messia). Anche il 1970 è segnato da un capolavoro, Live at Leeds, considerato da molti una delle più importanti opere rock di sempre. Ancora un successo nel 1971, Who’s Next, che scalerà le classifiche di tutto il mondo ed introdurrà il sintetizzatore nel rock, usato forse anche troppo negli anni successivi da moltissime band. Ma la voglia di realizzare opere più che lavori scomposti si rifà viva e nel 1973 vede la luce Quadrophenia. Ancora una volta la storia di un ragazzo particolare alla ricerca della sua identità all’interno di un’intricata situazione psicologica e nel contesto delle mod-gang. Seguono moltissimi concerti, il film di Ken Russel che porta sullo schermo Quadrophenia e lo fa conoscere ad un pubblico enorme, qualche album minore ed altri lavori molto introspettivi. La prima fase produttiva della band termina con Who Are You del 1978 anno in cui Moon purtroppo, intossicato cronico, non si risveglia dopo un’assunzione massiccia di tranquillanti. Gli Who hanno legato indissolubilmente il loro nome alla storia del rock; saranno i maestri di tantissime band con derive hard rock (Led Zeppelin) o maggiormente sofisticate (Queen), che tenteranno la rinascita del MOD (The Jam) e altri più orientati al pop (Blur, Oasis); molte presero ispirazione dagli Who per realizzare concept album come i Genesis (The Lamb Lies Down on Broadway), David Bowie (The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars) ed i Jethro Tull (Thick as a Brick) solo per citarne alcuni. Gli Who sono rimasti attivissimi anche dopo quel fatidico 1978, quando tutto cambià²; negli anni 80 e 90 ed anche nel primo decennio del nuovo secolo dopo la morte dell’altro membro fondatore, John Entwistle, avvenuta nel 2002, hanno prodotto decine di dischi, fatto concerti, vinto premi; oggi si parla ancora di loro per la recente uscita di Going Back Home di Roger Daltrey con l’ex Dr. Feelgood, Wilco Johnson e la prossima pubblicazione di The Who Quadrophenia Live in London registrazione di alcuni concerti londinesi degli ultimi due anni che hanno celebrato il quarantesimo anniversario dell’uscita della più nota opera della band. Ma ritengo quei primi 14 anni favolosi, per l’ispirazione, la carica innovativa, l’affiatamento unico tra i 4 membri originari della band, periodo in cui hanno dimostrato di avere ben chiaro in testa un progetto e la consapevolezza di poterlo realizzare gettando le basi del rock.

Davide Palummo, aprile 2014

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