Non c’è dubbio che il rock sia nato in America negli anni 50 e forse i padri putativi furono Buddy Holly ed Elvis Presley. Ma in Gran Bretagna negli anni 60, in un contesto di grandi sommovimenti sociali, il messaggio innovativo musicale americano venne re-interpretato e diede vita ad una stagione di grandi band che, a tutti gli effetti, rappresentano le radici del rock a cui ancora oggi ci si ispira. The Beatles e The Rolling Stones forse sono le due maggiori espressioni, spesso in contrapposizione tra loro, della British Invasion ma altre band hanno scritto pezzi memorabili anche se hanno avuto meno fortuna nel tempo, soprattutto in Italia: The Who, The Animals, The Small Faces, The Yardbirds e molte altre. Nell’agosto del 1964 una band proveniente dal sobborgo di Muswell Hill di Londra, The Kinks, pubblicò il suo primo album che conteneva una delle più belle canzoni di tutti i tempi. Secondo le riviste inglesi Record Retailer, Melody Maker, New Musical Express e Disc and Music Echo You Really Got Me ottenne la posizione #1 per varie settimane; poco inferiore la posizione nelle classifiche americane secondo iI giudizio di Billboard, Cash Box e Record World. Sono passati 45 anni ed ancora You Really Got Me fa sfoggio della sua freschezza, dinamicità e forza: è un pezzo semplice, forse con un testo da adolescenti che ha attirato molte critiche all’epoca facendolo classificare come “canzonettaâ€, sicuramente non all’altezza delle pur semplici melodie dei cugini scarafaggi; sta di fatto che You Really Got Me è dirompente, aggressiva, con un motivo che ha fatto scuola ed è stato ripreso da centinaia di altre canzoni fino ai giorni nostri. Il suo incipit, ad esempio, basato su un paio di note di chitarra distorta è assolutamente originale per i tempi e rappresenta un modello per moltissimi pezzi hard rock e punk. Dalla stessa penna nascono altre canzoni importanti come All Day and All the Night, di nuovo con un apertura chitarristica magistrale, la magnifica Waterloo Sunset, più soave, leggera, corale, assolutamente english anche se con aria californiana ma anche l’ironica e geniale Village Green Preservation Society e moltissime altre. Tutti affreschi o meglio istantanee di quella swinging London, simbolo del cambiamento del mondo dove “skirts were getting shorter, beards longer, minds freer, cigarettes thinner, people younger†come recita il retro di copertina di The Live Kinks.
Credo che già dal primo album siano emerse evidentissime la grande capacità compositiva e la genialità di Ray Davies vera anima del gruppo. Dai tempi dell’Art College Ray mostra le sue attitudini creative e di leader che portano alla costituzione dei Kinks; in seguito gestirà anche una carriera da solista, produttore di musicals, opere teatrali e lavori televisivi che lo hanno condotto al titolo di Commander of the Order of the British Empire nel 2004 per “servizi alla musicaâ€. E questi servizi non sono ancora finiti visto che da pochi mesi è stato pubblicato il suo nuovo lavoro The Kinks Choral Collection, coraggiosa rivisitazione dei pezzi storici dei Kinks interpretati da una brit rock band affiancata da una ancora più brit corale, la londinese Crouch End Festival Chorus.
Novembre 2009, Davide Palummo