Esattamente un anno fa ci lasciava prematuramente Paco de Lucia, stroncato da un infarto durante una vacanza in Messico a soli 66 anni. Universalmente considerato uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi e maestro del flamenco, si era imposto sia in patria che all’estero per il suo virtuosismo messo al servizio del flamenco ma anche di molti altri generi amando contaminazioni e collaborazioni diversissime tra loro. Dopo aver rivoluzionato la tradizione flamenca, collaborato a lungo con il famosissimo cantante spagnolo di flamenco Camaròn, negli anni 70 si avvicina al jazz (Chick Corea, Wynton Marsalis,…), al rock (Bryan Adams, Santana,…), al pop anche se continua a frequentare i grandi chitarristi spagnoli (Vicente Amigo, Tomatito,…). Nell’area delle contaminazioni credo che il suo capolavoro sia Friday Night in San Francisco al fianco di Al Di Meola e John McLaughlin, altri due campioni delle 6 corde.
La jam session venne registrata il 5 dicembre 1980 al Warfield Theatre di San Francisco e fece letteralmente impazzire il pubblico per le sonorità estreme costruite da artisti con una storia ed una tecnica chitarristica tanto diverse; di altrettanto successo fu il disco, magnificamente registrato ed edito dalla Philips, assolutamente memorabile tanto da aver venduto oltre 5 milioni di copie. L’incontro fu veramente eccezionale: l’italo-amercano ventiseienne Di Meola arrivava dalla folgorante esperienza dei Return to Forever di Chick Corea ed aveva iniziato un periodo di studio delle sonorità mediterranee tra le quali quelle spagnole; l’inglese McLaughlin, trentottenne all’epoca dell’incontro, invece veniva dalle fondamentali collaborazioni con Miles Davis, Billy Cobham e Jean-Luc Ponty ed aveva partecipato ad alcune delle più grandi opere del jazz di tutti i tempi come In a Silent Way e Bitches Brew. Tre anime libere, sperimentali, aperte alle contaminazioni anzi alla ricerca di quella fusione che il jazz aveva proprio in quegli anni promosso ed esaltato. Il lavoro si apre con un medley tra il brano di Di Meola (sul canale destro) proveniente da un disco di qualche anno prima (1977), Mediterranean Sundance ed il brano di de Lucia (sul canale sinistro) Rio Ancho (1976) dove gli scambi, la ritmica ed i passaggi sonori sono velocissimi, melodicamente perfetti e coinvolgenti su una base di flamenco. Segue un omaggio a Chick Corea con il brano Short Tales of the Black Forest dove, sul canale sinistro, si sfila de Lucia ed entra McLaughlin: inizia scherzosamente con il tema della Pantera Rosa poi lentamente riprende l’interpretazione del pezzo di Corea con note blues che ritornano subito al jazz in un dialogo tra le due chitarre assolutamente ammaliante. La terza combinazione di chitarristi, McLaughlin a sinistra e de Lucia a destra, affronta un brano di Gismonti Frevo Rasgado che sembra da subito pura improvvisazione ed una prova estrema di virtuosismo di entrambi. Tutti e tre assieme per il successivo pezzo Fantasia Suite di Di Meola per una esperienza unica ed esplosione fenomenale di suoni per oltre 8 minuti. Ancora tutti e tre assieme per chiudere con una registrazione in studio a suggellare un’amicizia che darà vita ad altre memorabili performance: Guardian Angel di McLaughlin è un pezzo magnifico, che la pulizia della registrazione in studio esalta al massimo, sin dagli arpeggi di apertura e la melodia centrale che ritorna attraverso accelerazioni veramente fenomenali di tutti e tre. Nel 1996 de Lucia si riunisce dopo 13 anni con John McLaughlin e Al Di Meola per incidere The Guitar Trio e ci regalerà magnifiche performance live come quella di Madrid di cui il seguente video:
Davide Palummo, febbraio 2015