Pochi sanno suonare la chitarra come il signor Robben Ford. Pochi sanno citare i grandi (da Albert King a BB, da Miles Davis a John Coltrane) senza perdersi nella nostalgia. Pochi sanno integrare le strutture jazzistiche con l’ispirazione rock-blues e tirarne fuori un prodotto di valore. Uno di questi, forse il migliore, è lui. PErsonalmente l’ho scoperto ascoltando l’incredibile Live at Notodden Festival, disco registrato insieme a Jimmy Witherspoon: amore a prima vista, confermato poi da dischi come The blue line e Mystic Mile. Robben non ha la torrenziale aggressività di Poppa Chubby o il tocco glamour di John Mayer: a 61 anni ormai compiuti il californiano si può permettere di ben altro. Amico di Jony Mitchel e George Harrison, collaboratore di Miles Davis e Chick Corea, si è sempre mosso su un crinale in cui il blues scivola dalle parti del be bop e della fusion. Più Larry Carlton che Stevie Ray, Ford ha una classe e un tocco personalissimi, una sorta di swing-rock-blues che lo confermano personaggio non classificabile.
Il suo ultimo CD, Bringing it back home, contiene il lato più morbido della sua ispirazione, come mostra una ispiratissima On that morning (che giocoforza fa pensare a Riviera Paradise di SRV, per il suo continuo gioco di bicordi), mentre Fool’s paradise e Oh Virginia sono soul blues strepitosi e trascinatissimi.
Appuntamento live on stage stasera a ROMA e domani sera a PADOVA (teatro GEOX). Vale la pena e ve lo racconterò…