Di tutte le possibili contaminazioni quella tra i Chieftains e Ry Cooder a base di musica messicana e bodhran irlandesi, è di certo una delle più originali ed è godibile in un cd uscito da poco in tutto il mondo, San Patricio.
La passione per la musica delle radici, quella vera e non posticcia, accomuna Ry Cooder e i Chieftains da qualche decennio. Il primo, chitarrista ed etnomusicologo californiano, è all’opera degli anni Settanta per ricercare ovunque ci sia una sana tradizione da portare a galla, i secondi, attivi dall’inzio degli anni Sessanta, sono (da soli) l’emblema della musica irlandese. Ry ha lavorato in giro per gli States, poi in Africa e a Cuba, dove ha partorito la gemma di Buena Vista Social Club, restituendo nobiltà e pubblico alla grande musica cubana. I Chieftains, partiti da tin whistle e uillean pipes, hanno sdoganato il sound celtico, coinvolgendo rocker e musicisti di razza in mille avventure discografiche e concertistiche. Il primo incontro tra Paddy Moloney e Ry, è del 1995, quando il chitarrista fu chiamato a partecipare a The long black veil, stupenda carrellata di classici interpretati da bei nomi rock (c’erano Van Morrison, gi Stones, Sinead O’Connor, Mark Knopfler….) e regalò una interpretazione lussuosa di Coast of Malabar.
Questa volta il settantaduenne Moloney, bandleader dei Chieftains, e il sessantatreenne Ry si sono incontrati per mettere in musica una delle storie più bizzarre della vicenda irlandese in America: quella del battaglione San Patricio. Storia coraggiosa e tragica: nella guerra tra messicani e americani del 1846, molte centinaia di irlandesi, polacchi, italiani, francesi, tedeschi e in generale cattolici, disertò dalle truppe americane per arruolarsi nel Batallón de San Patricio. Il battaglione aveva una bandiera verde con arpa celtica come vessillo, con la scritta Erin go bragh (Irlanda per sempre). Dopo molti combattimenti, il battaglione fu decimato nel settembre del 1847 nella battaglia del convento di Churubusco: i sopravvissuti furono presi prigionieri dal colonnello William Harney, che non trovò di meglio che impiccarli come disertori. Su questa storia è nato questo cd, San Patricio.
Immersi in un pezzo di storia dimenticata, Cooder e Chieftains scodellano un melange davvero insolito di strumenti irlandesi e guitarrone messicane, coinvolgendo ritmi centroamericani e suoni celtici, come in El chivo, Sailing to Mexico e in A la orilla de un palmar (dove presta la sua voce la sempiterna Linda Rondstadt). Nel cd ci sono suoni militari e marce (San Campio, March to battle), deliri da nostalgie militari (Luz de Luna), una canzone stupenda dalla voce Cooder, The sands of Mexico, e alcune cancion autenticamente mariachi (El Caballo e Cancio Mixteca).
Nel bel mezzo della crisi della musica da vendere, ci si può coscientemente chiedere: ma questo disco venderà ? Non venderà ? Che senso “commerciale†può avere? Dubito che Cooder e soci si siano posti il problema. Una cosa è certa: il 17 marzo è San Patrizio e in mezzo mondo irlandesi e amanti del paese più verde del mondo festeggeranno il Santo della trinità spiegata con il trifoglio. Gli States si trasformeranno, come sempre, in un quartiere di Dublino. Quella sera le canzoni di San Patricio andranno in scena alla Town Hall di New York. In memoriam del battaglione irlandese e dei loro amici europei finiti impiccati sotto le mura del convento di Churubusco.
Walter Gatti