Senza entrare troppo nel merito (almeno per ora), per motivi di tempo:
da “evitabili” a “poco interessanti”:
KATIE MELUA: SECRET SIMPHONY: una vera noia; belle canzoni in formato soporifero;
LEE RANALDO: BETWEEN THE TIMES AND THE TIDE: strano; che proprio lui si metta a fare un disco di pop-rock ci può stare; è che non ci sono i pezzi; che senso ha?
PAUL WELLER: SONICK KICK: il più brutto disco di Peter da tanto tempo in qua; sorbole che fregatura…
MARS VOLTA: NOTURNIQUET: disco da cestino per una delle mie band preferite; i pezzi sono mezzi scarti dall’ultimo Ochtahedron: era meglio lasciarli perdere
PINO DANIELE: LA GRANDE MADRE: so che continua a piacere, e buon per tutti, ma onestamente non mi dice più nulla; ben suonato, ma senza una sola canzone centrata;
da “benino” ad “ascoltabili”:
THE STRANGLERS: GIANTS: ebbé, sanno sempre fare il loro mestiere; più decadenti del solito;
TINDERSTICKS: THE SOMETHING RAIN: morbidissimamente inutili; comunque il loro è un pop con un marchio differente dal resto del globo;
da “bel colpo ragazzi” a “strepitosi“:
LYLE LOVETT: RELEASE ME: che ti devo dire, non sbaglia mai; il disco finisce con l’inno più celebre di Martin Lutero per voce e pianoforte…
ERIC BIBB: DEEPER IN THE WELL: un altro che difficilmente sbaglia un disco; sempre umile, con il blues tra le mani e il gospel nel cuore;
SHOOTER JENNINGS: FAMILY MAN: non è più “solo” il figlio di Waylon, ma questo disco conferma che ha personalità e scrittura; mooolto southern
Detto questo: buon ascolto.
Dimenticavo: mi sono ripromesso di sentire anche MADONNA, ma per ora proprio non ce l’ho fatta.
E poi: c’è un disco italiano con una canzone che mi ha IMPRESSIONATO.
LO svelo nei prossimi giorni.
Walter Gatti