Meno male che ci sono gli amici che ti permettono di allargare le esperienze musicali avendo vissuto percorsi ed esperienze diverse ed un giorno, così per caso, ti mettono sul tavolo un CD: “Ascoltalo, è bello”. E’ il caso della scoperta di Lizz Wright: una bellissima voce che utilizzando gli schemi jazz e rhytm&blus riesce a stare a cavallo tra tradizione ed innovazione espressiva. Il disco che sto ascoltando è il suo secondo lavoro Dreaming Wide Awake: una sequenza di 12 perle co-scritte da Lizz con la collaborazione di nomi importanti del jazz come Bill Frisell e Mark Anthony Thompson. Canzoni semplici e pacate dove risalta la sua voce calda e profonda e la capacità di creare atmosfere ammalianti. Lizz si era già fatta notare nel 2003 con Salt quando la critica americana l’aveva definita come “una delle più promettenti voci dell’annoâ€. Direi proprio che la previsione è stata corretta tanto che recentemente Lizz è stata chiamata al We Love Ella: A Tribute to the First Lady of Song organizzato da Natalie Cole and Quincy Jones in onore di Ella Fitzgerald; si è trovata al fianco di Natalie Cole, James Moody, Stevie Wonder, Monica Mancini e molti altri. A questo punto non resta che aspettare l’uscita del suo nuovo lavoro previsto tra poche settimane e ricordarci le sue belle parole che accompagnavano Dreaming Wide Awake: “Music lives in that place where anything can be picked up. It can become a different statement in someone else’s hands than in my hands. The fact that it can be passed from hand to hand is something beautiful, almost spiritual. It means different things in different places, and I approached this record as if there is no history. I was just a voice, and I loved it.”
Davide Palummo