Paul Reddick & The Gamblers

Gabriele Dellepiane, bassista della band The Gamblers che si è fatta notare negli ultimi anni in formazione con Guitar Ray per alcuni bei dischi e importanti collaborazioni nell’area blues con personaggi del calibro di Fabio Treves, Otis Grand e Jerry Portnoy – solo per citare i più noti, da anni sta mostrando anche le sue ottime capacità di manager. In questa veste, e sempre con lo scopo di organizzare serate di grande musica, sfruttando la sua profonda cultura musicale ma soprattutto le moltissime relazioni maturate in oltre 10 anni di carriera da musicista, ha realizzato importanti progetti. L’ultimo di questi è una serie di concerti in Italia di Paul Reddick accompagnato dai suddetti The Gamblers e dai Monkey Junk. Chi ha avuto la fortuna di vederli nelle ultime settimane (allo Spazio Teatro di Milano, al Blues and Soul Festival di Fresonara, al Bar The Brothers di Grezzana ed al Blue Seagull di Chiavari) concorderà con me di aver assistito ad una serata magica: sul palco erano presenti grandissimi musicisti con una sintonia che poche volte si realizza, canzoni bellissime ed un sound a dir poco strepitoso. Il merito di Gabriele è stato quello di costruire un’armonia perfetta tra persone, prima che musicisti, magnifiche. Visto che forse non tutti conoscono i personaggi che hanno suonato nei succitati concerti, vale la pena spendere qualche parola per presentarli. Paul Reddick è un armonicista, cantante e songwriter canadese che negli anni 90 ha girato in lungo ed in largo il Canada ed il Nord America raccogliendo un grande successo con i suoi The Sidemen; tale successo è cresciuto nelle produzioni da solista dal 2010 tanto che le sue canzoni sono state usate in serie televisive, film e pubblicità (ad esempio I’m a Criminal per la Coca Cola). Credo che nulla racconti meglio Paul Reddick delle sue stesse parole, recitate in un breve video nella homepage del suo sito che inizia con “Blues is a beautiful landscape”.

Paul Reddick è un vero artista nel senso che il suo solo ed unico scopo è fare buona musica e ci riesce, a mio parere, con una capacità scenica travolgente, armonie ammalianti e canzoni di grande valore poetico; Reddick ha saputo negli ultimi anni raccogliere attorno a sé valenti musicisti ma soprattutto amici che fanno la differenza sia nelle sue registrazioni (si senta l’ultimo lavoro Ride The One) che nei concerti. Tra gli amici che suonano spesso con Reddick ci sono anche i Monkey Junk. Anche loro canadesi, attivi dal 2008 nell’area blues/rock, sono un trio particolare basato su due chitarre ed una batteria: hanno collezionato decine di premi (tra questi molti Maple Blues Awards) e suonato in tour in Canada, Stati Uniti e spesso anche in Europa. Steve Marriner (anche noto come Steve Gregg), uno dei due chitarristi, è un abile polistrumentista (chitarra, basso, armonica, hammond oltre al canto) che ha iniziato a suonare giovanissimo, ha militato in alcune band di Ottawa (The Johnny Russell Band and the JW-Jones Blues Band) prima di formare i Monkey Junk dopo aver incontrato Tony D. Quest’ultimo, il secondo chitarrista della band, è un musicista italo canadese (D sta infatti per Diteodoro) dalle spettacolari capacità chitarristiche che non passarono inosservate all’inizio della sua carriera; infatti ha suonato nella band di Buddy Guy e nel 1982 ha avuto l’onore di aprire alcuni concerti di Steve Ray Vaughan: questi eventi lo lanciarono nel suo personale progetto, The Tony D Band, fino ad approdare ai Monkey Junk. La potenza di questa band è notevole e può essere colta appieno nell’ultimo lavoro Time To Roll che contiene pezzi originali caratterizzati da un intrigante blend di rythm’n’blues, rock’n’roll e funk boogie oltre ad una cover di Albert King (The Hunter). The Gamblers sono l’ultima componente che è salita sui palchi italiani recentemente con Paul Reddick: in questo caso si tratta solo della sezione ritmica, Gab D (il nostro Dellepiane) al basso e Marcello Borsano alla batteria, che si è spesso configurata come backing band per moltissimi artisti nostrani (ad esempio Alex Gariazzo) ed internazionali (ad esempio Big Pete Pearson), facendo emergere elevate capacità musicali ma soprattutto di supporto e valorizzazione del main artist.
Paul Reddick & friends - 1
[Foto: Davide Palummo]

Personalmente ero presente alla serata al Blue Seagull, un piccolo pub di Chiavari che spesso ospita interessanti artisti dei più disparati generi musicali. Paul Reddick, un vero animale da palco, ha coinvolto il pubblico con le sue capacità istrioniche e da attore; da vero maestro di cerimonia, inoltre, ha gestito al meglio tutti i musicisti in scena, li ha presentati e portati, di volta in volta, al centro del palco, ha dato spazio ai vari assolo sempre con grande attenzione all’equilibrio delle canzoni. La sua voce ha stregato tutti ma soprattutto la sua capacità di storytelling che è emersa chiara nell’interpretazione di una manciata di suoi brani provenienti dall’ultimo lavoro, Ride The One. Abbiamo potuto ascoltare molte canzoni da questo disco, tra le quali le veloci Shadow e Celebrate e le più ritmate Gotta Find A… e Diamonds, e qualche incursione nel passato con I’m a Criminal. A metà del concerto un “Hey Ray, come on, join us” chiama sul palco Guitar Ray ed un caloroso applauso di affetto incoraggia il grande chitarrista del Tigullio, assente dalla scena da qualche mese.
Paul Reddick & friends - 2
[Foto: Davide Palummo]

A questo punto sul palco ci sono tre chitarre, la sezione ritmica dei The Gamblers e la magnetica presenza di Reddick con la sua voce e le sue armoniche: la serata diventa infuocata ed il sound incisivo e coinvolgente. Tutti i musicisti sembrano arricchiti dalla presenza degli altri sul palco e riescono ad esprimersi in modo eccellente creando un sound potente e, spesso, da brividi, sia negli assolo che di supporto alle canzoni. Veramente notevole la performance dei chitarristi, tutti provenienti da esperienze completamente diverse ma accomunati dall’amore per il blues; la backing band di Gab D e Borsano crea un tappeto sonoro di perfetto sostegno alle varie canzoni; Paul Reddick è magnifico, con la sua mimica ed il controllo continuo di tutto quello che accade sul palco governato, dal punto di vista dei suoni e degli arrangiamenti, da Steve Marriner. Serata splendida, grande musica, fantastici musicisti: se vi capita non perdete un loro concerto e speriamo in un disco tutti assieme.

Davide Palummo, novembre 2017

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